la famosa foto dell'estintore
la famosa foto dell’estintore

Prima di cominciare a scrivere il mio pensiero su questo argomento ci tengo a sottolineare che non mi baserò su nessuna ideologia politica, non strumentalizzerò ne voglio mancare di rispetto a nessuno, nemmeno a chi non la pensa come me.
I fatti sono tristemente noti, correva l’anno 2001, fu organizzato uno scellerato G8 a Genova, in un periodo nel quale le proteste “no global” erano molto vive in tutto il mondo. Fu scelta forse una delle città meno adatte d’Italia o forse non esisteva una città adatta. Dal 19 al 22 luglio ci fu una vera battaglia per le strade di Genova. A dire la verità c’erano migliaia di persone “normali” che si recarono nel capoluogo ligure per esprimere il loro malessere e disaccordo alle 8 superpotenze mondiali. Purtroppo però scoppiarono scontri violentissimi tra le frange più violente della protesta e le forze dell’ordine. I famosi “black block”, misero a ferro e fuoco le vie della città, incendiando auto, distruggendo negozi, abitazioni e tutto quanto potesse essere in qualche modo sciupato. Dietro questi uomini mascherati di nero non c’era secondo me ideologia, ne voglia di protesta costruttiva ne di voglia di comunicare. Solo inciviltà, pochezza morale e culturale ed esasperazione.
La lucidità delle persone coinvolte negli scontri si spense, non c’erano più regole, era diventata una battaglia, dove ognuno cercava di infierire più danni possibile al suo avversario. Gli uomini mascherati contro le forze dell’ordine. Come noto in questi casi l’essere umano può mostrare il peggio di se. Puntualmente successe. Il giovane Carlo Giuliani, mentre cercava di gettare un estintore contro un giovane carabiniere rimasto isolato dentro una camionetta dell’Arma, fu raggiunto da un colpo di pistola sparato dal disperato ed impaurito militare. Il colpo, sparato esponendo solo la mano, perciò senza prendere la mira, fu fatale. Da quel tragico evento le cose, se possibile, peggiorarono ancora. Le forze dell’Ordine diventarono “assassini”, i banditi mascherati cercarono di assumere il ruolo dei perseguitati.
E’ corretto anche citare la grave mancanza di rispetto, la pochezza etica e morale di chi ordinò ed eseguì lo scellerato attacco alla scuola Diaz, una delle pagine più tristi delle Forze dell’Ordine italiane a mio modo di vedere. Non c’era ricerca di giustizia, ma solo di vendetta, di pretesti. Fu una mattanza, che portò molti anni dopo a giuste condanne per la Polizia che intervenì.
La morte di Carlo Giuliani fu pesantemente strumentalizzata, ci fu chi per cavalcare l’onda ne fece un vero “eroe”… si intitolò lui addirittura un comitato perché gli venisse dedicata una piazza e si sprecarono le similitudini, si parlò di Piazza Tienanmen, si parlò delle rivoluzioni che portarono alla caduta del muro, e molti altri ancora.
Io credo che un Paese che riconosca Carlo Giuliani come un eroe sia un Paese che fallisce il suo compito di dare un messaggio corretto e propositivo alle nuove generazioni. Credo che così facendo si legittimi la violenza camuffata da protesta. Credo che un Paese davvero civile dovrebbe farsi molte domande sul proprio sistema di scuola e formazione se il risultato è di avere una generazione di violenti, senza valori e senza direzione.
Si è dovuti arrivare alla Corte di Strasburgo, notizia di qualche giorno fa: secondo i giu­di­ci europei, “l’I­ta­lia non ha avuto al­cu­na re­spon­sa­bi­li­tà nella morte di Giu­lia­ni”, dando torto ai ricor­ren­ti su tutti i punti del ri­cor­so, e anche su quel­lo re­la­ti­vo alla con­du­zio­ne del­l’in­chie­sta, che se­con­do la fa­mi­glia del ra­gaz­zo, fu la­cu­no­sa e im­pre­ci­sa.
Non voglio entrare nel merito “politico” dell’utilità dei G8, ma si era deciso di farlo.. doveva essere organizzato in una nave da crociera, in mezzo al mare, non ci sarebbero stati problemi e nessuna città devastata nei fatti e nei cuori. Due ragazzi non si sarebbero fatti la guerra, non sarebbe morto nessuno, nessun estintore, nessuna pistola.
Queste sono cose che ahimè non possono essere cambiate.
Quello che deve cambiare è il ricordo di quei tragici giorni, dobbiamo raccontare ai nostri figli che quella morte, quelli scontri sono figli di errori, da non ripetersi, dobbiamo stare alla larga dall’inciviltà e dalle violenze perché non sono il veicolo della protesta, e questi concetti non hanno colore ne ideologia.
Per quanto riguarda gli eroi… beh, credo che ognuno di noi si senta fiero di essere italiano quando percorre via Giovanni Falcone o Piazza Paolo Borsellino.
A presto.