Avevo vent’anni quando si parlava di Cocoricò e di droga, di una delle tante discoteche extralarge dove “valeva tutto”. A quei tempi per molti giovani, divertimento, week end, sballo e disco erano sinonimi, quasi imperativi.

Oggi ne ho 40, le droghe sono cambiate, diffusione maggiore della coca e delle droghe sintetiche, extasy in testa e le morti, oggi come allora, che gettano ombre sul “divertimento giovanile”.

Cocoricò
Cocoricò

Dopo la morte di un sedicenne per overdose di extasy al Cocoricò di Riccione, i soliti clamori televisivi, i soliti buonisti e stavolta arriva pure il Ministro Alfano che decide di chiudere per 4 mesi la Discoteca.

Io la trovo una cosa ridicola e pure oltraggiosa per la morte del giovane.

Io vorrei sapere cos’hanno fatto le istituzioni italiane negli ultimi 20 anni per arginare il problema della droga nei giovani. La risposta è unicamente repressione, peraltro fatta pure male. Quali sono i progetti per capire e gestire una sofferenza giovanile in ascesa? E, non ultimo, che esempio danno i nostri governanti ai giovani? Forse la meritocrazia? Forse un “studia che poi farai strada”? La risposta è che anche qui l’Italia è ridicola.

Io non credo che i gestori del Cocoricò e chi ci lavora promuova la droga, ne credo la vendano al suo interno ma sono certo che qualcuno lo fa, e ripeto, da più di vent’anni.

dosi di sballo
dosi di sballo

E volete dirmi che nel 2015 riusciamo a fotografare Plutone ma non riusciamo ad infiltrare qualche agente in borghese o a piazzare videocamere, o utilizzare unità cinofile? Mi viene da ridere… come quando vedo i bagarini fuori degli stadi… in Italia “vale tutto”. Rischi la pena capitale se non paghi l’inps.

Spesso i giovani non hanno punti di riferimento, spesso non sono educati dalle loro famiglie, nell’età della loro formazione sono facilmente attirati dallo “sballo”, perché fa figo, perché fa sentire liberi ed onnipotenti. La scuola, che dovrebbe essere la nave che porta ragazzini verso la loro maturità è invece una vecchia carretta del mare, peggio di quelle dei migranti.

Io credo fortemente nel senso educativo dello sport. Credo che, come succede in tantissime nazioni, lo sport dev’essere integrato nella scuola, ne deve far parte. I giovani oltre che impegnarsi nello studio devono tenere impegnato il proprio fisico e la propria mente con un’attività che faccia conoscere loro valore del rispetto, per se stessi e per gli altri. Devono imparare a darsi obiettivi e a faticare davvero per ottenerli, serve confidenza con la fatica e, spesso, con la sconfitta. Giovani atleti, anche se amatoriali, difficilmente hanno in mente lo sballo, ma sanno divertirsi alla grande, ve lo assicuro; difficilmente vengono a contatto con quel mare sporco di noia senza principi ne ideali.

Se davvero le Istituzioni volessero cambiare marcia dovrebbero investire in questo ed aiutare quei giovani che purtroppo sono già caduti dentro il mondo delle droghe, ascoltandoli non bastonandoli.

Proibizionismo e repressione non risolvono nulla, servono solo a trovare alibi o capri espiatori, come in questo caso, la morte di Lamberto è colpa del Cocoricò.

Tutti i bastardi che spacciano queste schifezze per 4 mesi non lo faranno più all’interno della Disco di Riccione, probabilmente lo faranno nei parchi, o forse nelle Stazioni dei Treni o magari davanti alle scuole. Direi che il problema è arginato.

Vuoi smettere di fumare? Basta che nascondi i portacenere.