Ricordo bene quel libro, aveva la copertina verde con una fotografia di una mischia, scritto da Luciano Ravagnani nel 1987. Era fra i libri “ovali” presenti a casa mia, frutto della passione di mio papà. Questo titolo mi è sempre rimasto impresso. Mi è sempre piaciuto e tutt’ora credo sia la miglior definizione per la mia città.
Rovigo è una città del Veneto, è bene partire da qui, in molti lo ignorano, anzi come spesso ci definiscono siamo “la cenerentola del Veneto”, tradizione contadina, poche industrie, gente semplice. Un tempo eravamo esportatori mondiali di nebbia, ma negli ultimi anni, insieme alle mezze stagioni, qualcuno si è portato via pure i nebbioni invernali che duravano mesi.
La cosa che invece nessuno potrà toglierci mai è la passione per il rugby e per la nostra squadra.
Dal 1935, anno di fondazione della Rugby Rovigo, ad oggi la nostra passione per il rugby è costante, un denominatore comune, trasversale ai periodi storici, ai cambiamenti sociali, alle mode. I colori rossoblu e l’amore per la nostra squadra si tramandano di generazione in generazione. Si illuminano con le vittorie e resistono alle sconfitte.
Sabato scorso in occasione della Finale del Campionato di Eccellenza, il nostro “Battaglini” è stato ampliato con una tribuna supplementare, tanta era la richiesta e l’entusiasmo intorno ad un titolo che manca in città da 25 anni.
Già 4 ore prima del fischio di inizio si formano le prime file di fronte ai cancelli, facendo un giro per il centro in direzione stadio si vedono bandiere esposte dai balconi, vetrine con tutti particolari a tono, si incontrano decine di ragazzini in bici colorati di rossoblu, e anziani che indossando la maglia della squadra e vanno con passo orgoglioso verso il loro “soito posto in tribuna vecia”.
Sempre #forzaRovigo