Nelle ultime settimane tutti in nostri computers e smartphones sono stati bagnati dalle secchiate di acqua gelida dell’icebucketchallenge. Un’iniziativa che sta facendo il giro del mondo attraverso i vari social, cercando di sensibilizzare quanta più gente possibile verso una terribile patologia, la SLA o Sclerosi Laterale Amiotrofica. Questo l’obbiettivo di Corey Griffin, l’inventore dell’iniziativa (tragicamente scomparso di recente, fatalità annegato…) che, per aiutare un amico a cui era stata diagnosticata la malattia, pensò di ricorrere alla rete ed il risultato fu ed è ottimo.

E’ ovvio che perché l’iniziativa decolli devono parteciparvi molti “vips”, quindi sportivi, attori, persone dello spettacolo, musicisti e chi più ne ha più ne metta: il denominatore comune quello di raggiungere quanti più utenti possibili. Non mi pare un ragionamento troppo complicato quello di supporre che un tweet di Lady Gaga o di Cristiano Ronaldo arrivi ad un numero di utenti maggiore rispetto a quello di un perfetto sconosciuto. Sarà forse questo il senso dell’iniziativa? Cavolo, SI!!!!

E quindi via di nominations, sportivo chiama sportivo, attore chiama politico (che spesso sono la stessa cosa…), ma anche farmacista chiama medico, autista chiama meccanico, studente chiama disoccupato e via così. Secchiate più o meno fantasiose, e le cifre delle donazioni, in tutto il mondo, subiscono un’impennata. In Italia (fonte http://www.aisla.it) ad oggi sono stati raccolti 685000 euro, una cifra record per questa associazione, in così poco tempo. Soddisfazione dei malati e delle loro famiglie. Cioè, la cosa più importante. 

Questo il senso di utilizzare la rete ed i social networks, arrivare a più persone possibile, proprio perché tutti (o quasi) li utilizzano.

Vi sorprende sapere che qualcuno ha pubblicato la propria secchiata ma poi non ha fatto la donazione? Onestamente. A me no.

Al mondo esistono vip, gente comune, poveri, ricchi, stronzi, assassini; in rete le cose non cambiano dato che è fata dalle persone. C’è quindi chi non può permettersi nemmeno di mangiare una pizza fuori, c’è chi è super generoso, e chi cerca solo notorietà. Personalmente credo che quest’ultima categoria non sia un grosso problema, nel senso che chi non ha nulla da dire o da fare può trovare anche qualche impennata di popolarità, ma poi se manca il succo ritornerà nell’anonimato che le sue mancate qualità auspicano. 

Ieri mi sono ahimè imbattuto in un video del ballerino Kledi Kadiu. Non lo linko per scelta, ma vi riassumo i concetti che ha espresso. In questo video si mostrava in rimo piano dicendo che è stato nominato ma non si sarebbe tirato il secchio d’acqua in testa, perché preferiva fare un gesto “più costruttivo”: mostra quindi un assegno intestato alla Onlus Isla coprendo la cifra (poco elegante). Poi arrivano le nomine, e qui il bello. Infatti vengono nominati “tutti gli sconosciuti che approfittano di questa cosa per mostrarsi sui social, altrimenti sarebbero il niente assoluto”, aggiungendo che “in questi giorni sta vedendo cani e porci fare questa cosa senza sapere cos’è la SLA”… consiglia infine di “fare un favore a tutti e di smetterla di fare i buffoni e di riflettere e fare una donazione”.  L’ho riguardato, speravo di aver capito male. 

Io ho riflettuto, e mi permetto di rilanciare qualche riflessione al Signor Kadiu.

1) Non è che magari questi video virali, promossi dai “vip”servano anche far conoscere la SLA a chi non sa cos’è?

2) Non è che magari anche persone comuni (me compreso) possano fare beneficenza divertendosi con i social seppur ben consci di non essere “personalità di spicco”?… ma magari neanche “il niente assoluto”…

3) Non è che magari, da uomo di spettacolo, non sia stato un filino “azzardato” dare dei “cani e porci” agli utenti che spesso visitano il suo sito web o le sue pagine nei vari social? Il fruttivendolo che da dei “buffoni” con faccia schifata ai vegetariani…

4) Non è che per caso con questo proliferare di video-secchiate molte persone hanno donato per la prima volta e se non si fossero imbattute in qualche clip pubblicato da qualche “poveraccio” non lo avrebbero mai fatto?

Ed infine…

5) Non è che magari questo suo “anticonformismo” e questo taglio “aggressivo/polemico” abbia un retroscena di marketing e quindi sia lei che ha cercato di percorrere l’iniziativa per far parlare di se? 

Ecco le mie risposte ai punti sopraccitati sono SI.. 5 SI!

Trovo profondamente triste ed irrispettoso che una persona di spettacolo, e quindi privilegiata, faccia quello che ha fatto lei. Dovrebbe ogni giorno ringraziare tutti gli utenti che le permettono di lavorare, anche quelli che non le sono simpatici, anche quelli che fanno parte della categoria degli “stronzi”.. perché esistono anche quelli, da sempre. Il suo successo, il suo reddito e la fortuna di indossare scarpe da ballo e non scarpe anti infortunistica li deve anche alla moltitudine di “niente assoluto” come li ha definiti lei.

Detto questo: QUALUNQUE COSA SENSIBILIZZI LA BENEFICENZA E’ DA PERCORRERE! 

Sostenete http://www.aisla.it e tutte le altre ONLUS, fatelo se vi fa sentire bene, questo è importante, non la cifra.

…e beccatevi sta secchiata di un orgoglioso membro del club “cani e porci”! 

https://www.youtube.com/watch?v=4XkcyPVAyKQ&list=UUboSe35hFLiKrX-Ti8BMkig #icebucketchallenge 

A presto.