
Non possiamo certo dire che il momento economico sia dei migliori, ne in Italia ne in Europa. Sono mesi, per non dire anni, che ci sentiamo ripetere che “il peggio è passato”, che “servono sacrifici” e che “da questo momento si può uscire solo tutti insieme”. In teoria sono concetti tutti corretti, forse tranne che “il peggio è passato”, giusto perché non credo sia possibile fare previsioni di questo tipo se non sia ha la situazione in mano, ed è il nostro caso.
Forse chi dice che “questa crisi serviva” ha per certi aspetti ragione, c’era troppa gente che ha speculato in diversi campi, che si preoccupava solo di pescare i pesci che saltavano fuori dall’acqua senza accorgersi che il peschereccio puntava dritto sugli scogli. Ahimè l’onda creata ha coinvolto e spesso spazzato via anche persone oneste, lavoratori esemplari che hanno avuto solo “la colpa” di trovarsi nel mezzo ad una “catena alimentare” in via di estinzione. Ma tant’è, oramai ci siamo, oramai bisogna lavorare per uscirne. Lavorare, già. La nostra classe dirigente (leggi politici ed amministratori), come si comporta? Cosa si sta realmente facendo per cambiare rotta? Quali marce abitudini si stanno cambiano nelle stanze dei bottoni italiane? Ora, senza voler fare il populista, direi POCO!!!
Partiamo da una banalità, le ferie. Secondo voi questo è un “piano ferie” adatto al momento che stiamo attraversando?

Quale regola cosmica obbliga l’Italia intera a fermarsi in Agosto? Perché? Perché un’Istituzione come il Parlamento deve chiudere? Di sicuro non perché i parlamentari vogliono essere sempre presenti in aula… Allora? Una turnazione è davvero così impossibile da fare? Una pianificazione dei dibattiti da affrontare è utopia? Sarebbe bello pensare che, per lo meno, i nostri parlamentari se ne vanno in giro per l’Italia e spendono un po’ di soldini nel turismo.. ma secondo voi pagano il treno o l’aereo? Non sfruttano le loro posizioni di potere per avere sconti o gratuità? La risposta è ovviamente SI. E qui tocchiamo il tasto, a mio modesto avviso, più dolente.
L’Italia è un Paese che si sorregge sulla corruzione, a tutti i livelli.
Facendo un passo indietro non si può non ricordare l’inchiesta “mani pulite”, cominciata nel 1992. All’epoca avevo 17 anni, ricordo come ieri il clamore, ricordo la soddisfazione della gente comune perché cominciava a scoperchiarsi la cupola, il sistema, che sebbene noto a tutti (basta guardare un qualunque film italiano degli anni 80 per verificarne l’esistenza) mai nessuno aveva mai avuto il coraggio di denunciare. C’erano cortei nelle piazze, rabbia diffusa, e sembrava che davvero l’Italia fosse ad una svolta. (per chi non ricorda o non sa come si svolsero i fatti vi suggerisco di vedere questa puntata di Blunotte con il bravissimo Carlo Lucarelli http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f0436425-7f52-4f0b-bccc-f80d2562770f.html).
Siamo riusciti a fare peggio. Ventidue anni dopo l’inizio di quell’inchiesta l’Italia si sorregge sulla corruzione, Expo e Mose le ultime due schifezze in merito. Il fatto gravissimo è che ora quasi non fa più notizia, quasi la gente è rassegnata, ci si ferma al bar, si legge la notizia sul giornale, faccia schifata, commento col barista e poi via. Quasi ad aspettare che succeda qualcosa, che arrivi qualcuno che metta a posto le cose. Bene, non succederà. Mai. Il sistema è formato dalle persone, se le persone non cambiano, il sistema ovviamente non lo farà da solo. Non possiamo aspettare che il cambiamento lo facciano i nostri “leader”, perché leader non sono. Confondono il concetto di “avere il potere” con quello di “condurre”. Per la maggior parte si tratta di persone che farebbero fallire qualunque azienda se fossero loro a condurla: perché in quel caso il “rischio” sarebbero le loro chiappe, invece finché hanno cariche, non pianificano, non ragionano perché troppo impegnati a farsi la guerra l’un l’altro.. le chiappe restano le nostre.
Io non sono uno di quelli che dice “ma si, tanto è così, tanto non cambia.. io non posso farci nulla”. Anzi, sono fermamente convinto che se “i piccoli” davvero cominciassero a denunciare abusi quando ci sono, a smetterla di “fare creste”, finirla di corrompere in nero persone più o meno importanti per avere dei “favori” le cose comincerebbero davvero a cambiare. Però c’è un prezzo da pagare, salato anche. Lo sforzo richiesto per fare questo cambiamento non ci darà risultati immediati e sarà molto maggiore dei risultati stessi. Questa è una riflessione che l’amico Mauro Baricca (http://www.maurobaricca.typepad.com) mi ha suggerito, credo sia molto azzeccata, molto reale. I nostri figli piccoli potrebbero godere del nostro cambiamento, ma noi no. Questo creerebbe anche dirigenti onesti che poi potrebbero diventare politici onesti, e magari avere una linea di conduzione onesta del nostro Paese.
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” Mahatma Gandhi.
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A presto!