
Chi è appassionato di rugby non può non essere stato triste per la notizia del ritiro dal rugby giocato di Jonny Wilkinson.
Inglese, classe ’79, non un colosso fisicamente ma davvero un “gigante” della palla ovale. Mediano d’apertura come se ne vedono pochi scrutando la storia. Il suo piede è patrimonio dell’umanità, quasi 1200 punti segnati solo in nazionale e quasi 4000 nei vari club che hanno avuto la fortuna di averlo con il numero 10 sulle spalle. La sua precisione portò la Coppa del Mondo all’Inghilterra nel 2003. E poi placcaggi decisivi, scelte perfette e grandissima capacità di gestione delle partite.
Umanamente Wilkinson è quello che bisogna definire un esempio: la sua umiltà, sobrietà, l’educazione, la professionalità negli allenamenti, persino il suo modo di comunicare sono da prendere come traccia da seguire. Ho avuto la fortuna di vederlo più volte giocare dal vivo e di scambiare qualche battuta con lui ai terzi tempi insieme all’amico Phil Pask, fisio della nazionale Inglese. Mi colpirono molto le parole del collega mentre mi parlava dei numerosi infortuni che Jonny ha dovuto superare in carriera, “a volte era lui che infondeva sicurezza in me piuttosto che il contrario, la sua spalla mi preoccupava molto.. ma alla fine, ha avuto ragione lui!”… Mentre il suo fisioterapista mi diceva questo lui quasi arrossiva, in imbarazzo a ricevere complimenti.
Il rispetto per lui è planetario, le standing ovations sono state molte ed in molti palcoscenici diversi; impossibile dimenticare il boato che si percepiva dal campo del Twickenham quando entrava ed usciva dal campo, un brivido.
In questo video i suoi compagni di squadra parlano di lui e delle sue performance, un tributo bellissimo.
Onore al grande Jonny Wilkinson!