Ciao a tutti, oggi vi parlo di una delle patologie del piede più diffuse: la fascite plantare.

Di che cosa si tratta? Presto detto, è un’infiammazione molto dolorosa della fascia plantare, più o meno nella zona evidenziata di rosso della figura:

fascite plantare
fascite plantare

Come riconoscerla?

Semplice, vi farà un male boia il piede, ad ogni passo, esaltato da scarpe piatte e basse; i primi passi dopo lunghe inattività (come la notte o un pomeriggio passato seduti al lavoro) saranno drammatici, con dolori davvero acuti.

fascite plantare - step
fascite plantare – step

Di norma nessuno si allarma, magari si cambiano scarpe, un analgesico, “massì sarà il freddo”, “massì non si muore”, ecc… Ma spesso la cosa permane, anche mesi e mesi.

Che fare?

Innanzitutto darsi una tempistica: se il disturbo dura più di 10/15 giorni è bene farsi visitare il piede, il vostro medico di famiglia dovrebbe essere in grado di darvi le prime indicazioni: crioterapia (applicazioni di ghiaccio locale o immersione del piede in acqua ghiacciata) per 15′, utilizzare scarpe tipo “running” con sostegno posteriore (evitare scarpe tipo “ballerine” o “all star”), riposo da attività sportive in carico (cioè di corsa o comunque in piedi), applicazione di antinfiammatori locali. Questo è l’abc dei rimedi contro i sintomi.

Se non passa?

Bisogna fare un approfondimento, rivolgetevi ad un Ortopedico specializzato nel piede, vi visiterà e potrà richiedervi approfondimenti diagnostici (di solito lastra in carico ed ecografia). Non fate di testa vostra credendo che una risonanza magnetica sia sempre il modo migliore per arrivare una diagnosi, senza la clinica (cioè la visita) questi esami valgono poco e soprattutto vanno prescritti dal Medico per “cercare” qualcosa di specifico, altrimenti il radiologo non avrà “focus” da approfondire.

Terapie? Plantare? O che altro?

Anche qui, è bene fare un po’ di chiarezza. Premetto che vi porto la mia esperienza, ovviamente non è legge, ma si basa su collaborazioni con Ortopedici specializzati in questo tratto anatomico ed osservazioni su centinaia di pazienti (sportivi e non) trattati in circa 10 anni.

Per prima cosa è bene CURARE il piede, cioè sconfiggere l’infiammazione. Dal punto di vista delle terapie strumentali potete benissimo bypassare le terapie antalgiche classiche, quelle che hanno solo lo scopo di farvi sentire meno il dolore, come la tens e le varie correnti, ionoforesi compresa (è stato abbondantemente provato il fatto che il farmaco non oltrepassa la cute per arrivare nei tessuti profondi). E’ bene dirigersi verso le cosiddette “terapie biostimolative” cioè in grado di accelerare i naturali processi riparatori e di guarigione del nostro organismo”: la tecarterapia (non surrogati), laserterapia (media o alta potenza), rexonage, pronexibus… fino alle onde d’urto focalizzate (ESWT) come “ultima spiaggia” o adatte per sportivi con poco tempo a disposizione per tornare in campo. E’ bene sapere che il tendine, per sua natura, ha tempi di guarigione decisamente lenti, a causa anche della sua scarsa irrorazione di sangue. Perciò il decorso di una fascite plantare che guarisce in 4/6 mesi è da considerarsi un successo. Chi vi promette miracoli in una seduta o cose del genere.. forse non conosce bene la fisiologia! Le terapie vanno di solito accompagnate con esercizi di stretching della fascia plantare, automassaggio (figura con la pallina da tennis) e kinesiotape (che è diventato anche una moda dopo lo show di Balotelli!) e con la scelta di scarpe adatte al piede del soggetto.

automassaggio con pallina da tennis
automassaggio con pallina da tennis

Le onde d’urto focalizzate (ESWT) sono senza dubbio l’approccio che ha i numeri migliori dal punto di vista della guarigione: circa l’80% dei miei casi ha risolto il problema, il 15% parzialmente, il 5% no (dati di Equipe www.equipe.ro.it). Leggende metropolitane dicono che le onde d’urto si usano ESCLUSIVAMENTE in presenza di calcificazioni… FALSO! Altre dicono che sono talmente dolorose che è meglio evitarle… FALSO! Hanno un difetto si, sono care (prezzo del mercato italiano da 90 a 130 € a seduta), ne servono 4 sedute (massimo 6 nei casi molto gravi)… se ve le propongono a prezzi stracciati fate attenzione, spesso si tratta di onde d’urto RADIALI… un’altra cosa!

onde d'urto ESWT
onde d’urto ESWT

A questo punto e bene farsi una domanda: ma perché arriva questa fascite plantare?

Quasi sempre si tratta di più fattori concomitanti: scarpe poco adatte all’attività svolta o alle abitudini, sovrappeso e disturbi posturali, non dimenticando che la postura non è come la fede, la si può misurare, correggere e verificare… basta esserne capaci! 😉

Perciò se avete la fortuna di potervi confrontare con un Fisioterapista posturologo vi potrà valutare e verificare se la fascite ha lasciato strascichi e disturbi ascendenti (cioè su articolazioni sopra i piedi: ginocchio, anca, ecc) oppure, come spesso succede, sia proprio il vostro piede che deve cambiare appoggio. Da qui l’analisi “baropodometrica” che riuscirà a stabilire come vengono distribuiti i carichi (cioè il vostro peso corporeo) sui piedi. Se questo esame lo fate nel pieno dei vostri dolori, cioè all’inizio.. secondo voi sarà attendibile? O darà l’immagine di un piede che “scappa” dal dolore? DI conseguenza anche la correzione proposta sarebbe fittizia… giusto?

esame baropodostatico
esame baropodostatico

Plantari “morbidi” o “gel”, a mio avviso, non hanno possibilità di effettuare una vera correzione: eventualmente mettono più comodo il vostro difetto!

Esistono in commercio dei plantari “universali” che possono essere utili perché ricercano l’equilibrio del corpo…. a patto che ci sia alle spalle una valutazione ed un consiglio dal parte del vostro Fisioterapista.

Riassumendo, se la fascite plantare vi affligge, io vi suggerisco questi 3 passaggi: serve DIAGNOSI –> CURE –> EVENTUALE CORREZIONE!

Il risultato sarà un piede con ritrovato buonumore! 🙂

piede felice
piede felice

A presto!